8 agosto 2013

Genji monogatari sennen no nazo (源氏物語 千年の謎)


Questo mondo, io penso, è in verità il mio mondo.

Eccoci arrivati all'ennesima trasposizione cinematografica dell'opera di Murasaki Shikubu, il Genji monogatari.

Come da titolo, questo film intende svelare l'enigma millenario che si cela dietro il primo romanzo della storia mondiale e cioè il motivo per cui esso è stato commissionato. Dal diario di Murasaki Shikibu sappiamo, infatti, che fu Fujiwara Michinaga a commissionare l'opera alla scrittrice per mantenere viva l'unione tra sua figlia Shoshi e l'imperatore Ichijo.
La pellicola fa incontrare e scontrare la storia narrata dalla dama di corte e quella che si pensa sia la realtà storica che vi fa da background.


La story line di questo film non mi è molto piaciuta, in quanto tratta solo la prima parte del romanzo, escludendo quella in cui compare Murasaki no Ue, secondo me la più bella e pregna di significato del libro. 
E' stato carino invece il modo di accomunare l'amore impossibile di Genji e Fujitsubo con quello di Shikubu e del suo committente Michinaga Fujiwara. Ho poco gradito però l'apertura del film con un siparietto un po' volgare e violento sulla scrittrice più degno della figura del Genji che di Michinaga.

Il celebre Ikuta Toma che è stato scelto per interpretare il Genji mi è sembrato poco espressivo e sinceramente non capisco per cosa sia stato così acclamato, visto che la storia si basa di più su Murasaki Shikibu che sul protagonista stesso.


Miki Nakatani è brava nel ruolo della scrittrice ma forse un po' troppo giovane.


Bellissima e bravissima Tabe Mikako nella parte di Aoi no ue.


Su Tanaka Rena, l'interprete di Rokujo no Miyasudokoro, c'è molto da dire. L'interpretazione è perfetta ma, mi sembra che si rifaccia troppo ai film dell'orrore degli ultimi decenni, togliendo un po' di poesia al fenomeno del mono no ke.


Ho molto apprezzato le ambientazioni, che per un film girato in tre mesi sono più che riuscite, sopratutto per quanto riguarda i giardini e i padiglioni. Gli oggetti che più risaltano sono gli specchi di dama Rokujo e i vari Fudo blu tipici del buddhismo esoterico, che si ritrovano nel corso del film.


Carina è stata anche la chiusura, in cui il Genji cammina in un campo pieno di nebbia e con delle ruote, che simboleggiano sia la legge del Buddha sia il cammino del Genji è come quello di ognuno di noi (anche se non ho apprezzato il breve dialogo che precede tra la scrittrice e la sua creatura).


Voto: 3/5

Trailer

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